UNA TABELLA PER CONSULTARE LA STAGIONALITÀ DI FRUTTA E VERDURA
Prodotti stagionali
Consumare un prodotto stagionale significa consumarlo nel periodo della sua naturale maturazione, o nei limiti della sua naturale conservabilità, favorita anche con mezzi fisici. Rispettare questo tempo fisiologico dell'organismo vegetale o animale, vuol dire assumere un alimento di alto valore nutritivo e di sapore caratteristico. Il consumo della frutta e della verdura di stagione consente, inoltre, di diversificare nel corso delle stagioni l'apporto vitaminico e di minerali. Si tenga anche conto che l'utilizzo dei prodotti di stagione comporta un risparmio, infatti, il prezzo di un prodotto durante la stagione fisiologica è inferiore rispetto al fuori stagione.
VERDURE LEGUMI AROMI
FRUTTA
GENNAIO
Bietole, broccoletti, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, cavolini di Bruxelles, catalogna, cicoria, cipolle, finocchi, indivia belga e riccia, lattuga, porri, radicchio rosso, rape, rosmarino, sedano, spinaci
Arance, limoni, mandaranci, mandarini, mele, pere,
pompelmo
FEBBRAIO
Bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo rosso, cicoria, cipolla, finocchi, indivia riccia,lattuga romana, patate, porri, prezzemolo, radicchio di Castelfranco, di Chioggia, di Treviso, di Verona, radici amare, scarola, sedano, spinaci, verza
Arance, banane,
mandarini, mandorle dolci, mele, pere, pompelmi
MARZO
Barbabietole, broccoli, broccoletti, carciofi, cavoli, cavolfiori, cipollotti, finocchi, insalate, melanzane, peperoni, porri, rape, sedano, zucca, zucchine
Arance, banane, mandarini, mele, kiwi, pere
APRILE
Aglio, asparagi, broccoletti, carciofi romani, carote novelle, cipolline, cipollotti, coste, crescione, erba cipollina, fave, lattuga, maggiorana, menta, origano, ortica, patate novelle, piselli, ravanelli, sedano verde, spinaci, zucchine
Ananas, banane, kiwi, mele, nespole, pere
MAGGIO
Aglio, asparagi, bietole, catalogna, carciofi romani, carote, cipolle, cipollotti, crescione, erba cipollina, fagiolini, fave, finocchio, fiori di zucca, patatine novelle, peperoni, ravanelli, rucola, sedano, zucchine
Albicocche, ciliegie, fragole, mele, nespole, pere, pompelmi
GIUGNO
Aglio, barbabietole, basilico, bietole, carote, cetrioli, cipolle bianche, cipollotti, fagioli, fagiolini, fave, patate novelle, peperoni, piselli, pomodori, ravanelli, rucola, sedano verde, zucchine
Albicocche, ciliegie, fragoline di bosco,
lamponi, melone, nespole, pere, pesche,prugne
LUGLIO
Bietole, basilico, cipollotti, cetrioli, fagiolini, lattughino, melanzane, peperoni, pomodori da insalata, ravanelli, rucola, sedano verde, zucchine
Albicocche, cocomero, fragoline di bosco, lamponi, meloni, pesche, prugne
AGOSTO
Cipolle, fagioli, fagiolini, lattuga, melanzane, peperoni, pomodori, timo
Cocomero, fichi, melone, prugne, frutti di bosco
SETTEMBRE
Barbabietole, bietole, carote, cavolfiori, cavoli, cicoria, coste, erbette, funghi (prataioli, porcini, chiodini, finferli), patate, pomodori, rucola, spinaci, zucca
Fichi, kiwi, lamponi, mele cotogne, mirtilli, prugne, ribes, uva
OTTOBRE
Barbabietole, bietole a costa, catalogna, cavolo cappuccio, funghi, radicchio rosso, rucola, valeriana, verza, zucca
Melagrane, mele, uva, castagne
NOVEMBRE
Barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cardi, cavolfiori, cavoli, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, finocchi, indivia belga, porri, rapa, scalogno, sedano bianco, zucca
Arance, cachi, kiwi, melagrane, mele, noci, pere, pompelmi
DICEMBRE
Bietole a costa, bietoline, broccoli, carciofi, cardi, cavolini di Bruxelles, cavolfiore, cavolo cappuccio, cicoria, finocchi, indivia, patate dolci, porri, radicchio di Treviso, rape, scalogno, scarola, sedano bianco, spinaci
Ananas, arance, mandarini, melagrane, mele, pere
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5 motivi per non consumare frutta e verdura fuori stagione
1) Impronta ecologica disastrosa
Frutta e verdura fuori stagione possono essere prodotte solo in due modi: o in serre riscaldate o a migliaia di chilometri dalle nostre tavole. In ogni caso si tratta di un forte impatto per l’ambiente. Nel primo caso le serre per la produzione fuori stagione sono quasi sempre riscaldate e per far questo consumano importanti quantità di energia non rinnovabile. Non solo: la coltura in serra prevede l’uso di ingenti quantità di sostanze chimiche (fertilizzanti, antiparassitari ecc.) che vanno a ad accumularsi nell’ambiente.
Nel secondo caso niente rende bene l’idea come fare alcuni esempi di prodotti fuori stagione tratti da una tabella di Coldiretti pubblicata qualche tempo fa, le distanze percorse, i chilogrammi di petrolio consumati e la conseguente anidride carbonica (uno dei principali gas a effetto serra) prodotta per ogni kg trasportato:
un chilo di ciliege del Cile percorre 12 mila chilometri, consuma quasi 7 kg di petrolio e produce 21 kg di CO2;
un chilo di mirtilli argentini percorre 11 mila km, consuma 6,4 kg di petrolio e produce 20 kg di CO2;
un chilo di cocomero brasiliano percorre 9 mila km, consuma 5,3 kg di petrolio e produce 16,5 kg emessi.
L’elenco potrebbe continuare a lungo ma già si comprende come l’impronta ecologica di questi commerci non possa che essere disastrosa per il Pianeta e quindi per tutti noi.
2) I prezzi alti!
Sia che si tratti di coltura in serra riscaldata, sia che si tratti di coltivazioni distanti migliaia di km, il costo economico dell’ingente energia impiegata per coltivare e/o trasportare questi prodotti ricade tutto sulle nostre tasche. E che costo! Basta provare a comprare frutta e verdura non di stagione e ci si rende subito conto che il prezzo non è proibitivo ma poco ci manca… Se al contrario si trovano prodotti fuori stagione a prezzi bassi può voler dire che da qualche parte del Pianeta qualcuno sfrutta e sottopaga i lavoratori del luogo.
3) Il sapore
Non so voi ma quelle poche volta che ho assaggiato frutta e verdura fuori stagione ho sempre trovato prodotti come minimo insipidi. Contrariamente al loro aspetto esteriore, sempre impeccabile e appetibile, questi prodotti si sono infatti sempre rivelati senza sapore e per questo piuttosto mediocri. Il meccanismo però sembra chiaro: li vedi lì, belli, perfetti e colorati, non riesci a resistere e infine li acquisti, salvo poi mangiarli e scoprire che, almeno in questo caso, l’aspetto esteriore non è tutto…
4) Piante meno sane, meno salute per tutti
Per quanto riguarda le primizie e le verdure ottenute in serra spesso ci troviamo di fronte a coltivazioni forzate che per velocizzare la crescita prevedono l’utilizzo di alte quantità di fertilizzanti a base di nitrati che, una volta nel nostro organismo, possono trasformarsi in nitriti ovvero in sostanze molto pericolose per la nostra salute. Allo stesso modo questa forzatura indebolisce le piante e le rende più facilmente attaccabili da parassiti e malattie, per contrastare i quali vengono impiegate sostanze antiparassitarie e anticrittogamiche che spesso rimangono sul prodotto anche dopo la raccolta, assieme ai conservanti chimici usati per mantenerlo sano a lungo.
Non solo: su frutta e verdura fuori stagione si trovano alte quantità di fitormoni usati per accelerare la loro crescita. I fitormoni sono o no nocivi per la nostra salute? i pareri sono discordanti, nel dubbio meglio evitare…
5) Aiutiamo la nostra economia
Spesso non ci si pensa ma se si acquistano prodotti coltivati all’estero si tolgono risorse alla nostra agricoltura e di conseguenza si indebolisce la nostra economia. Privilegiando al contrario i prodotti di stagione, magari optando per la filiera corta, sì può essere ragionevolmente certi che i nostri soldi finiscano nelle tasche dei nostri agricoltori, alimentando il sistema produttivo locale nazionale. Il discorso è più complesso di così e soprattutto più controverso, basti pensare al fatto che riducendo i prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo si rischia di sottrarre un’importante risorsa a delle economie fragili che basano una larga fetta dei loro affari proprio su questi commerci. Qui però rientra a gamba tesa il primo motivo, complicando ulteriormente le cose: può il Pianeta permettersi questo tipo di economia?
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